Ottave a segreto
AGLI AMANTI DELLE MUSE
o voi custodi di lanose agnelle, Che guidate dal monte all'ima valle:
Voi custodi di mule e di asinelle, Di maiali, di bufale e cavalle;
Splenda la luna o le lucenti stelle, Non volgete all'ovil giammai
le spalie, Volgete gli occhi qualche volta a queste Mie novelle, inesatte
e poco oneste.
2
Tal dico a voi che dall'este all'oveste, Menate i buoi pian piano
in sulle coste, E che alle vacche, in mezzo alle tempeste. Togliete
il latte colle man disposte; Sebbene avete l'alme afflitte e meste,
Stando continuamente alle batoste, Che spalancate gli occhi, e le
pupille Volgete a queste, mille volte e mille.
3
Giovanni, a cui, stando vicino a Fille, Sò che di vena ni vena
il sangue bolle, Colla bellezza e colle sue faville, Fà sì
che ognun di voi diventa folle, Dunque lontano da castelli e ville,
Passeggiate contenti in ogni colle, Gli occhi sovente in queste mie
volgete Note, se delle muse amanti siete.
4
Se anche le cose semplici leggete, Messe insieme benchè non
l'abbia un vate, Estinta a questo e quel, viene la sete, Se con caldo
desìo tutto ascoltate; lo sò che piena cognizione avete,
Delle cose che i Classici hanno date Alla luce dell'alma, e viva stella,
Che da noi Sole e Febo in un si appella.
5
Come Ocean da questa sponda e quella, Accoglie nel suo sen di acqua
ogni stilla Di fiume e lago, e qual sia fontanella, Che a lui discenda
da castello o villa; Tale accogliete voi qualsia novella, Sulla beltà
ei Menica e Camilla, Di dotta penna o semplice che sia, Ma peggio
non giammai di questa mia.
6
Di una cosa ben fatta, oscena o pia, Se anche discenda da sublime
idea, Che sia piacente più della poesia, Non lo disse alcun
vate in assemblea; Se il canto si ode, viene in fantasia Quello che
Anfione e Lino, in testa avea, Saffo di Mitilene, Anneo Lucano, Salomon,
Filicaja e il Mantovano.
7
Quanto la poesia piace al villano Benchè non dotto, e piace
al cittadino, Al canonico piace, ed al Piovano, All'uomo dovizioso,
ed al meschino; Spesso la legge il giovane e l'anziano, E fà
lo stesso il sesso femminino, Al botanico, al medico e speziale, Non
fu mai la poesia poco geniale.
8
Degli uomini che in testa hanno dei sale, Un sol non v'è, sotto
la luna e il sole, Che dì un dolce concento dica male, Di chi
studiò nelle castalie scuole, Lascìano glì ecclesiastici
il Messale L'Epistole, la Bibbia, e non son fole Se un dolce canto
ascoltano vicino, Di un ch'ha bevuto al fonte Gabolino.
9
Se un cibo al gusto sia nel tutto fino, Fa d'uopo, amici, che si assaggia
almeno Una o due volte, e similmente il vino Che si giudica ben se
il vaso è pieno; E così dopo letto il mio piccino Tometto,
in canto si conosce appieno Se iacevole sia pei dilettanti D e I A
1 me muse, appassionati amanti.
10
Deh mettetevi amici, agli occhi avanti, Questi inediti miei semplici
accentì, Se vì danno diletto tutti quanti, " Leggeteli
non men di volte venti, Se nel caso vi pajono seccanti, Dateli al
foco senza complimenti Ch'io non mi sdegno mai, con quei che sanno
Dove le nove muse unite stanno.