la
vipera
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La VIPERA
(Vipera aspis, fam. Viperidi) è un serpente lungo fino a 60 cm in
media. È riconoscibile dagli altri serpenti italiani per il capo piatto
e triangolare (ricoperto da piccole squame) ben separato dal resto del
corpo; per la pupilla ellittica e verticale; per il corpo massiccio,
che termina bruscamente in una coda piuttosto breve e distinta dal
tronco. Il muso è rivolto all'insù e le squame sono carenate.
Si nutre per lo più di piccoli mammiferi, che uccide col veleno,
iniettato con le due zanne superiori canalicolate e mobili che, a riposo,
tiene ripiegate sul palato.
La colorazione è estremamente variabile: può essere del tutto nera, ma solitamente
si presenta da grigia a bruna con barrature dorsali più scure (a
volte unite).
La vipera è attiva di giorno, ma anche di notte se la temperatura è abbastanza
alta. I maschi adulti si affrontano in combattimenti rituali; la femmina
partorisce 6-8 piccoli vivi.
È ancor oggi esageratamente temuta dall'uomo per il quale non è quasi mai
mortale. Oltretutto, la vipera non è aggressiva e non attacca mai l'uomo
se non viene disturbata o calpestata; mentre, in caso di incontro, di solito
per sicurezza viene subito presa a bastonate.
In Italia esistono
quattro specie di vipere, tutte velenose: la vipera
comune (Vipera aspis), il marasso
(Vipera berus), la vipera dell'Orsini
(Vipera Ursinii) e la vipera
dal corno (Vipera ammodytes).
Le caratteristiche morfologiche più evidenti delle vipere sono il capo piatto,
triangolare e ben distinto dal resto del corpo; la pupilla ellittica e verticale;
il corpo massiccio e forte, che finisce con una coda corta e bruscamente
ristretta.
Le vipere non sono aggressive, e non attaccano mai l'uomo se non vengono
disturbate o calpestate: il loro morso, inferto con le due lunghe zanne
superiori canalicolate, è rapidamente letale per i piccoli vertebrati di
cui abitualmente si nutrono, ma per l'uomo non è così pericoloso come si
è sempre creduto. E' certo un evento da non sottovalutare, ma bisogna tenere
presente che il tempo di azione del veleno è piuttosto lungo (tre-sei
ore a seconda del peso della persona colpita) e quindi c'è di solito il
tempo di trasportare il ferito con calma presso il primo Ospedale (o il
primo medico).
I sintomi iniziali sono dolore vivo al momento dell'inoculazione,
abbondante sudorazione, agitazione, senso di sete e quindi stato di shock.
Attenzione però, perché tutto questo potrebbe essere provocato anche dalla
grande paura di essere stati morsi da una vipera: ricordare che la lesione
da morso di vipera si distingue facilmente da quello di altri serpenti
per la presenza di due caratteristici forellini distanti circa un centimetro
e mezzo. In caso di dubbio, è comunque meglio recarsi all'Ospedale e far
decidere ai medici cosa è opportuno fare.
Come soccorso di emergenza, in caso di morso - dopo aver pulito la
zona intorno alla ferita - occorre fasciare l'arto strettamente e immobilizzarlo
come se fosse rotto. Non somministrare alcolici ed eccitanti. Non incidere
né succhiare il sangue dalla ferita.
E' meglio tranquillizzare il più possibile il ferito per evitare che, emozionandosi
e affaticandosi, corra il rischio di aumentare la propria circolazione sanguigna
con il risultato di trasportare sempre più veleno in circolo.
La somministrazione del siero antiofidico è una pratica assai pericolosa
per la possibilità di reazioni allergiche: va riservata al medico o a quelle
situazioni in cui appare chiaro che passeranno molte ore prima che il ferito
venga visto in un Ospedale. In questo caso, seguire attentamente le istruzioni
della casa farmaceutica che produce il siero, e in particolare stare molto
attenti alla data di scadenza e alle modalità di conservazione del siero.
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