IL SETTE APRILE 1944
(Perchè i giovani sappiano
e gli anziani non dimentichino)
Vola misiva mia da 'sta prigione,
T'affido i miei pensier colmi di pene,
Ti porti il vento come l'aquilone
Sopra i tetti reatini, e ti conviene
Puntar su porta Cintia a gran carriera
Per la campagna in su verso la spera.
Su Cantalice volgi la tua prora,
Solcando campi e vigne sul tuo fronte,
Passa nocchieri e cerri in questa aurora
E gli alti faggi di Cima di Monte,
Quando sul prato ch'è dell'osteria
Scendi più a valle, sulla bianca via.
Fra i sassi li vi scorre anche un torrente,
Che a balzi viene giù da Vallonina;
Ti condurrà con se verso la china,
Ti guiderà nel fare il suo cammino
Innanzi al più bel quadro del Tascino.
Vedi: è Leonessa, la città primiera
di queste antiche parti montanare,
Patria di gente semplice e sincera,
Laboriosa e di virtù assai rare;
Della sua storia ognun scorge le prove
Nelle chiese, nei palazzi e in ogni dove.
Da otto giorni la bufera infuria
In lungo e in largo su quest'altipiano;
Truppe tedesche piombate con furia
Sulle frazioni e sul suo centro urbano,
Razziando e deportando in tutti i siti,
Come se fosse il tempo dei banditi.
Povera citta mia martirizzata,
Son ventitre i sui figli assassinati,
Tre a Vallunga, dodici a Cumulata,
E tanti, tanti giovani arrestati;
Che fine mai è riservata ad essi?
Altri delitti ancor verran commessi?
Quei barbari assassini sanguinari,
Con sul petto l'emblema dei nazisti,
Han gettato terrore senza pari
Guidati qui da servitor fascisti;
Chi mai potra quel di' dimenticare?
Il sette april,chi lo potra scordare?
Da questo vecchio ponte del Tascino
Grida missiva mia senza timori,
Gridalo a tutti: no! non fù il destino!
Al bando quei fascisti traditori!
Gloria ai martiri di questa Città
Caduti per la nostra libertà!
Rieti, 8 aprile 1944.