E' divenuto oramai un appuntamento fisso questo pomeriggio culturale
, dedicato all'arte del canto a braccio in ottava rima e che con sommo
piacere richiama sempre più persone, che ascoltano estasiate quest'arte
antica del creare rime di getto su un qualsiasi argomento, in una sorta
di sfida tra cantori. I temi erano svariati: religioso, familiare, amoroso,
burlesco, sociale, di cronaca, di politica. Per rendere più divertenti
le tenzoni poetiche i temi venivano trattati, come suol dirsi, a contrasto:
suocera-nuora, padre-figlio, prete-contadino, pastore-impiegato ecc. Nel
tascapane dei pastori forse qualche volta mancava da mangiare, ma non
certo i libri poetici (Tasso, Ariosto, Dante, Omero) che conoscevano in
molti casi a memoria. L'ottava rima incatenata era la tecnica più usata. La bravura del poeta, era quella di mettere in difficoltà l'avversario suscitando l'ilarità di chi ascoltava e consisteva nel chiudere l'ottava con una rima molto difficile: chi seguiva oltre a rispettare il tema, doveva iniziare con un verso che aveva la stessa rima, appunto per incatenare l'ottava.Un'arte dunque, una vera e propria arte che purtroppo va scomparendo, insieme a quel mondo pastorale e contadino che l'anno creata. |